BASTA!

Basta, il grido si alza alto dal popolo ferito. Basta non è una parola che permette di transigere. Basta. Diciamo basta, unendoci alle donne di tutto il Paese che in questo momento chiedono il rispetto della persona, della dignità di essere umano. Lentamente, ma inesorabilmente siamo scivolati nell’indifferenza di come l’altro da noi, viene trattato, fino a permettere che anche le compagne della vita e le nostre figlie fossero svilite a unità di misura. Basta è una parola che permette di cominciare a ricostruire una cultura che ci allontani dallo sfruttamento dovuto alla deprivazione economica e culturale.

Ci siamo abbandonati all’agenzia culturale e pedagogica più deleteria, repressiva e ossessiva, la televisione, abbiamo regalato lo sviluppo mentale dei nostri figli ad un mostro che fagocita ammaliando e che ha scoriandolato la coscienza critica distruggendo le sinapsi di raccordo fra essere e apparire. In questo momento la rappresentazione del maschile data da uno dei maggiori esponenti politici di questa nazione è lontanissima dal faticoso percorso di maturazione che gli uomini italiani hanno compiuto in anni di coscienza e di condivisione degli universi femminile e maschile che a questo punto hanno più punti di vicinanza e condivisione che di lontananza e separazione. Non ci sentiamo rappresentati, come uomini, da colui il quale presume che l’esercizio del potere sui corpi possa essere scambiato per amore. Lottiamo insieme alle donne d’Italia affinché uniti si allontani dal governo di questa grande comunità di uomini e donne un misero maschio che con difficoltà possiamo chiamare uomo.

I compagni di Pomezia del PRC/Federazione della Sinistra

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